Compensate le perdite russe.
Al Giappone piace il Grana e l’export aumenta del 5 %
Il Grana Padano è sbarcato in Giappone e le vendite nel paese del Sol levante sono riuscite a compensare quelle perse dopo l’embargo verso la Russia. Ecco le due facce della medaglia del 2014 per il Consorzio del Grana Padano, che comunque ha visto aumentare ancora del 5% le esportazioni rispetto al 2013.
«Alla fiera gastronomica internazionale di Nagoya il nostro stand era il più affollato – spiega Stefano Berni, direttore generale del Consorzio -. Abbiamo stretto importanti accordi con negozi e supermercati che distribuiranno 45 mila forme l’anno, soprattutto dello stagionato 18 mesi che i giapponesi amano particolarmente». Sono disposti a pagarlo anche più di 25 euro al chilo, quando in Italia costa intorno ai 13 (tra i 9 e i 10 euro per il Grana Padano stagionato 11 mesi, fino ai 16-17 euro per il 24 mesi). «La Germania resta il nostro miglior cliente straniero, con circa il 25% dell’export, ma qui la differenza rispetto alle quotazioni italiane è minore, anche perché 2 milioni di tedeschi ogni anno arrivano lungo il Lago di Garda (il Consorzio ha sede a Desenzano) e, seppure siano i nostri migliori “ambasciatori”, sono molto attenti ai prezzi» aggiunge Berni.
Il Grana è il prodotto DOP (Denominazione d’origine protetta) più esportatoal mondo: apprezzato negli Usa, in Canada e Nord Europa, sta guadagnando spazio in Cina, Nuova Zelanda e Arabia Saudita. Nel 2014 sono state vendute all’estero 1 milione e mezzo di forme (600 milioni di euro il valore alla produzione, 1 miliardo alla vendita), il 34% delle quasi 5 milioni di forme prodotte dai 135 caseifici aderenti al Consorzio nell’anno appena concluso.
Le aziende agricole della filiera sono 5.700, tutte nelle province a nord del Po (eccetto quelle di Piacenza), e destinano oltre 23 milioni di quintali di latte al Consorzio del Grana che, compreso l’intero indotto, dà lavoro a 50 mila persone.
«Dall’inizio dell’embargo verso la Russia, i prezzi sono scesi, anche per effetto delle 20 mila forme destinate a Mosca e rimaste in magazzino – conclude il direttore del Consorzio -. Per il 2015 contiamo sull’Expo, che avrà proprio l’alimentazione e il cibo come temi centrali».